Concetta Flore
Qui il testo integrale dell'intervista.
- Aipan: cos'è e quante persone coinvolge?
L'Associazione Italiana Per l'Arte Naturalistica da vent'anni mette in rete e coinvolge una piccola ma appassionata schiera di pittori e scultori che traggono dalla Natura la loro fonte primaria di ispirazione. Mentre all'estero la wildlife e botanical art sono branche riconosciute e molto specialistiche dell'arte figurativa, in Italia si fa fatica ad uscire dall'etichetta di "illustratori", anche per una nostra tradizione culturale che affonda le sue radici nelle straordinarie opere dell'Umanesimo scientifico. Attualmente il direttivo è composto dai 4 consiglieri, con un aiuto da alcuni Soci volontari. La nostra missione statutaria è di portare il pubblico a conoscere la Natura attraverso l'arte, partendo dai laboratori per bambini, fino ai corsi per adulti, e mediante mostre ed eventi che sono stati molto creativi e stimolanti. Gli ultimi, in partnership con Enti come l'Ente Parchi Reali del Piemonte, il Museo di Zoologia di Roma, la Regione Lazio, l'Orto Botanico di Roma, hanno coinvolto un numero sempre maggiore di interessati.
- Quanti e chi sono i vostri soci (età, interessi, provenienza)?
Al momento l'Aipan conta 23 associati, tra i quali il Socio onorario Fulco Pratesi, decano del disegno naturalistico italiano. Il socio più giovane ha appena 18 anni ma è già stato selezionato in un importante contesto internazionale. Molti sono illustratori professionisti, alcuni sono anche biologi o naturalisti, guardie venatorie, grafici, o amatori di grande esperienza e perizia. Tutti sono artisti.
Gli associati provengono da diverse Regioni: Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio.
Per essere Soci si passa una selezione, perché teniamo molto al lavoro svolto direttamente in Natura e con una conoscenza di base delle specie ritratte.
Tra queste, prediligiamo qualsiasi pianta o animale che sia selvatico, perché la Natura è tutto ciò che si è evoluto prima dell'uomo, che noi possiamo ammirare, studiare, immortalare e... rimpiangere.
L'età media è però alta; siamo della generazione che ha fatto dell'amore per l'ambiente e la cura della biodiversità uno stile di vita. Un sentimento che si diffonde negli anni ‘80, e di cui ora, purtroppo per via del drammatico declino delle specie e degli habitat causato dalle azioni umane, riemerge con una urgenza globale: salvare il Pianeta.
- Come e perché nasce Coloravirus e come si svilupperà l'iniziativa? A seguito della chiusura imposta dalle misure anti-pandemia, i consiglieri Alessandro Troisi e Maria Elena Ferrari hanno avuto l'idea di scambiarsi sketches e disegni fatti in casa, da finestre, balcone, terrazza, giardino interno: un qualsiasi soggetto naturale, una pianta, un fiore, un albero, un merlo o un gabbiano in volo. Poi giocando sulla parola è nato il nome Coloravirus e subito dopo si è pensato di lanciarlo in rete come #coloravirus aperto a soci e followers dell'Aipan, con un evento FB dove postare liberamente un disegno al giorno. Per dare "colore" al momento buio anche da casa, e portando la natura all'interno e sui social, non potendola vivere e riprendere dal vero. Noi che abbiamo un occhio attento ai fenomeni naturali, percepiamo la loro presenza ovunque.
Abbiamo invitato tutti a farsi esploratori del filo d'erba, della formica, del pino del cortile, del passero, armati di occhio e matita.
Che risposta sta avendo la proposta Coloravirus?
La risposta è stata eccellente, tanto che, prolungandosi i tempi di un ritorno alla normalità, abbiamo deciso di prorogarla fino al 15 aprile. Dall'inizio, il 16 marzo, ad oggi sono 133 i post di schizzi e disegni realizzati non solo dai Soci ma anche da simpatizzanti e affezionati, colleghi, allievi, da partecipanti a gruppi come sketchcrawl e urban sketchers, tutti con tema la natura, o un ricordo naturale dal vero, e provenienti da tutta Italia e oltre. C'è chi lo ha preso come un appuntamento quotidiano, immortalando persino i ragnetti rossi sul davanzale, allegri e innocui. Proprio ora che non possiamo uscire, ci rendiamo conto di quanto è prezioso e unico quello che c'è là’ fuori, magnificamente libero e vitale.
- In tempi di foto e video realizzabili ovunque e da chiunque grazie alle tecnologie digitali, perché disegnare la natura?
Perché è una pratica più lenta, e che richiede un'immedesimazione rivelatrice. Solo chi vede con gli occhi del disegnatore, vede veramente: dettagli, proporzioni, sfumature vanno osservati, interiorizzati, e si ha l'emozione di ricreare il soggetto lasciando però la traccia unica della propria mano... Non è il clic dello scatto, per quanto utilissima documentazione; è qualcosa di profondo, che coltiva l’attenzione e lascia un ricordo indelebile.
- Che diffusione ha questa pratica?
L'Aipan raccoglie solo una parte dei tanti illustratori e artisti che, a vario titolo, si ispirano alla Natura. Normalmente, i più giovani puntano su specie a rischio, esotiche; i più maturi sono interessati spesso ad un tema particolare cui si sono dedicati.
Corsi, associazioni e concorsi nazionali e internazionali rivelano che varie centinaia di persone in Italia amano esprimersi artisticamente su questo tema.
All'estero la pratica è molto più diffusa, ed esistono anche facoltà universitarie per il disegno scientifico, nonché tanti manuali sul disegno in natura.
Non dimentichiamo che le scienze naturali, come le guide da campo, hanno bisogno di artisti competenti che diano informazioni visive corrette ed esteticamente valide. La fotografia è più problematica.
- Qualche consiglio per chi si volesse avvicinare a questo tipo di espressione figurativa?
Vi è una pagina FB "Corsi di disegno e pittura naturalistica" dove si potranno trovare proposte per tutti i livelli, gestiti da artisti botanici e naturalisti, nel centro-nord. Anche sul blog dell'Aipan aipan-aipan.blogspot.com promuoviamo i corsi tenuti dai Soci. Purtroppo al Sud non siamo ancora riusciti a trovare appassionati, che certamente ci sono, ma forse lavorano isolati. Al momento stiamo tenendo corsi on-line, per causa di forza maggiore e stiamo pubblicando dei tutorial sul nostro canale You Tube: associazione-Aipan.
Poi vi sono libri interessantissimi, purtroppo quasi tutti in inglese, e tutorials di vari artisti. Conoscere l'inglese aiuta molto.
Ai principianti consiglio la curiosità e la voglia di provare. Basta veramente poco, davvero: cominciando da cose semplici, con un buon manuale, matite e carta, provare il disegno dal vero. Un po' di frutta, poi una pianta, non troppo complessa; il proprio gatto o cane che dorme...provare, e non stancarsi, e soprattutto farlo per assaporare quell'intensa concentrazione che dona un momento zen. Il risultato, il "bel disegno" è secondario. Iniziamo piantando un seme; lasceremo a quella piccola radice un po' di spazio per crescere, al riparo dall'autocritica.
Se invece si è già esperti disegnatori, e ci si vuole specializzare nella fauna, allora consiglio l’uso di manuali illustrati- ve ne sono tanti in commercio- per imparare a distinguere le varie specie, e lavorare da video e documentari per allenarsi a cogliere in pochi istanti i tratti essenziali. Quando si potrà tornare in natura, un laghetto con anatre e libellule sarà una palestra eccellente, ma nei cani (tranne razze molto forzate da noi) e gatti si può trovare il lupo e la tigre, con le dovute proporzioni.
Per il disegno botanico si ha più tempo, perché in genere le piante hanno movimenti rallentati, ma è sempre bene ritrarle dal vero. Un fiore colto non ti racconta come sono disposte le foglie basali, come si dispongono quelle sul gambo, se c’è differenza tra le une e le altre, e inoltre deperisce in fretta.
Chi si affaccia all’osservazione della Natura socchiude una porta, oltre la quale si estende una infinità di sentieri...non si finisce mai di esplorare.
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