Leonardo da Vinci, grande indagatore della Natura, muore 500 anni fa, e si preparano le mostre e le conferenze per ricordarlo.
"Di Leonardo si è scritto e detto molto. Spesso gli sono state attribuite anche invenzioni che in realtà non gli appartengono e altrettanto di frequente la sua figura è stata riletta in chiavi originali ma non sempre aderenti al vero. Qualcuno ogni tanto ha messo in luce la sua sensibilità verso la natura, e questo invece è un dato di fatto. Fu il primo scienziato che studiò la natura non per dominarla, ma semplicemente per comprenderla.
"Di Leonardo si è scritto e detto molto. Spesso gli sono state attribuite anche invenzioni che in realtà non gli appartengono e altrettanto di frequente la sua figura è stata riletta in chiavi originali ma non sempre aderenti al vero. Qualcuno ogni tanto ha messo in luce la sua sensibilità verso la natura, e questo invece è un dato di fatto. Fu il primo scienziato che studiò la natura non per dominarla, ma semplicemente per comprenderla.
Leonardo ebbe un profondo rispetto per tutte le forme di vita e manifestò sempre un enorme interesse, quasi una venerazione, per la complessità e la varietà della biosfera. Non smise mai di pensare che l’ingegnosità della natura fosse superiore al disegno umano e comprese che sarebbe stato saggio rispettarla e imparare da essa.
Nei suoi lavori rappresentò spesso piante nel loro habitat e molti disegni testimoniano quanto fossero avanzati i suoi studi botanici, quando la botanica era ancora in una fase puramente descrittiva ed era considerata perlopiù accessoria alle arti medicamentose. La Sala delle Asse al Castello Sforzesco di Milano offre uno straordinario esempio di questa sua sensibilità.
Ma anche celebri dipinti, come la Vergine delle Rocce, rivelano la sua straordinaria capacità di restituirci una traduzione scientifica dell’immagine visiva, che in Leonardo non è solo un’impressione della realtà, ma una sua accurata documentazione. (da: La rivista della Natura)
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